Diario 2006 |
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M.
MAGGIORASCA da Rocca d'Aveto
2
febbraio 2006 - Dino, Paolo, Maurizio, Mino, Renato, Giovanni,
Gianpiero, Bruno, Vittorio, Carlo, Tonino, Gianni, Franca
Un'altra
giornata con tempo splendido: tanto sole e temperatura mite. Volevamo
fare una ciaspolata e così è stato anche se qualche
irriducibile fa ancora a meno di questi simpatici attrezzi. Siamo
partiti da Rocca d'Aveto alle 9: la neve era dura e dove non c'era
neve era ghiaccio. Abbiamo seguito la pista battuta che porta
verso il TOMARLO pensando di incrociare l'itinerario con il segno
X giallo che sale da ALLEGREZZE ma non siamo riusciti a trovare
traccia nè del segno nè del sentiero. La neve aveva
cancellato e coperto tutto. Così ci siamo trovati sulla
strada asfaltata che conduce appunto al PASSO DEL TOMARLO. Il
gruppo ha proseguito per la strada fino al passo mentre Bruno,
Paolo e Gianni si sono inerpicati su per il bosco alla ricerca
del segno introvabile e con molta fatica sono sbucati al di là
di un colletto ad EST della CROCE DI MARTINCANA e poco sopra il
TOMARLO. Qui si sono riuniti con gli altri che stavano salendo
su neve molle. Superato l'ultimo boschetto, usciti allo scoperto,
siamo finalmente arrivati alla calotta sommitale dominata dalla
imponente statua in bronzo della Madonna. Mino, Renato e Vittorio
hanno raggiunto la vetta per primi mentre il gruppo è arrivato
verso le 12,15. Il tempo di ammirare il panorama, ottimo su APUANE,
appennino TOSCO EMILIANO, arco alpino, mentre al mare c'era foschia,
e di scattare le foto di rito e poi siamo scesi velocemente sotto
un cielo stupendo fino al PRATO DELLE CIPOLLE (13,15) dove abbiamo
pranzato. Alle 14,10 siamo ripartiti verso il RIFUGIO ASTASS e
ROCCA D'AVETO, dove siamo arrivati alle 16,15. |
Verso
il Maggiorasca con tanta neve, cielo limpidissimo e temperatura
mite. |
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Poco
sotto la vetta del Maggiorasca. |
Scendiamo
verso il prato delle Cipolle |
Seduti
al sole davanti alla Capanna Rosetti al Prato del Cipolle sostiamo
per il pranzo. |
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M.
ANTOLA da Bavastrelli
2
marzo 2006 - Bruno, Tonino, Dino, Maurizio, Franco, Bruna,
Carlo, Paolo, Giovanni, Gian Piero, Angelo, Chiara, Mino, Renato,
Giorgio, Gianni, Franca
Tempo
incerto al mattino con qualche fiocco di neve. Poi il cielo si
è aperto e il sole ci ha accompagnato per tutta la giornata.
Siamo partiti da BAVASTRELLI alle 8 e 45 con temperatura rigida
e molta neve un pò sopra ai 1000 metri e, proprio sulla
strada, abbiamo incontrato due caprioli. Dalla Cappelletta abbiamo
indossato le ciaspole anche se la neve asciutta un pò gelata
un pò farinosa permetteva di camminare anche senza. Con
le ciaspole però abbiamo potuto deviare un pò dal
sentiero su incontaminati tappeti bianchi. Alle 11 e 15 siamo
arrivati alla Croce dell'ANTOLA che ci ha accolto con poco vento,
bel sole e tanta neve. Siamo poi scesi lungo il crinale opposto
e ci siamo avviati verso il PASSO DELLE TRE CROCI. Alle 12 e 45,
poco dopo il passo, ci siamo fermati in una selletta riparata
per la sosta pranzo, dove un tiepido sole ci ha scaldato. Intorno
l'ambiente era decisamente invernale con le montagne tutte abbondantemente
innevate. Siamo ripartiti alle 13 e 30, sempre lungo il crinale,
verso le CASE DEL ROMANO, ancora con le ciaspole ai piedi sui
bei pianori che a maggio si riempiono di narcisi. Ancora discesa,
sempre su neve, fino a Propata dove siamo arrivati alle 16 e 30. |
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La
chiesetta sotto la vetta dell'Antola |
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La
casa del Musante, abbandonata, e la croce dell'Antola |
In
prossimità della cima dell'Antola tra la neve bellissima |
Si
scende dalla vetta per andare verso il monte Tre Croci |
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M.
ALFEO da Gorreto
20
aprile 2006 - Dino, Paolo, Maurizio, Gianluigi, Mino,
Giorgio, Giovanni, Renato, Gianni e Franca
Tempo
discreto al mattino. Poi progressivo peggioramento: il sole è
scomparso e grossi nuvoloni si sono presentati minacciosi. Così
nel primo pomeriggio è arrivato il temporale con tuoni,
lampi ed acqua. Non è durato tanto ma giusto il tempo per
bagnare e farci scappare in fretta. Eravamo partiti da GORRETO
alle 8 e 25 e seguito i triangoli gialli pieni che portano al
CARMO: itinerario semplice che segue la bella mulattiera che porta
a BERTONE. Qui siamo arrivati alle 10 e abbiamo fatto una breve
sosta per la focaccia e il vino bianco. Poi è iniziata
la ripida salita fino alla cresta SUD EST dell'ALFEO. Alle 11
e 25 eccoci in vetta dalla piccola statua in marmo della Madonna.
Buon panorama su MAGGIORASCA, PENNA, AIONA, RAGOLA ancora abbondantemente
innevati. Più vicina la dorsale ORAMARA, MONTARLONE, ROCCABRUNA,
poi ANTOLA, CARMO, EBRO, PIATTO e LESIMA-PENICE. Abbiamo mangiato
tranquillamente e alle 12 e 15 siamo scesi verso il grande pianoro
a pascolo, tanto verde intenso come solo in primavera si può
ammirare. Avremmo voluto sostare ma poco dopo sono apparsi i primi
nuvoloni e allora abbiamo proseguito, alla svelta. La pioggia
ci ha raggiunti sullo sterrato che scende a CAMPI. Da qui abbiamo
seguito i segni bianco-rossi che portano a TRUZZI e infine a OTTONE
dove siamo arrivati alle 15 e 45. |
Breve
sosta al paese di Bertone per la focaccia e il vino bianco |
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La
statua della Madonna in vetta all'Alfeo |
Sotto
l'Alfeo. In basso si possono vedere i pascoli verdissimi. |
Scendiamo
verso Ottone. Il temporale si è allontanato. |
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M.
TAMBURA da Resceto
18
maggio 2006 - Dino, Paolo, Mino, Renato, Gianluigi, Giorgio,
Franco, Gianni, Franca
Tempo
discreto, sole caldo e qualche nuvola. Ancora neve sui pendii
a nord. Visibilità buona a breve distanza, scarsa con foschia
sul mare.
Siamo
partiti da RESCETO alle 7 e 50 e abbiamo preso il sentiero 165
come già avevamo fatto altre volte. In prossimità
di un piccolo guado, anzichè andare a destra abbiamo sbagliato
e svoltato a sinistra a seguire un grosso triangolo rosso. Così,
invece di proseguire verso il PASSO DELLA TAMBURA attraverso la
via di lizza ben evidente sul fianco della montagna, superato
un ripido tratto attrezzato con una corda fissa ci siamo diretti
al RIF. CONTI. Qui, alle 10, abbiamo fatto una sosta per la focaccia
e ci siamo dissetati con la freschissima acqua della fontanella
posta dietro il rifugio. Subito oltre il PASSO DELLA TAMBURA,
che abbiamo raggiunto in breve tempo dal rifugio, abbiamo trovato
un nevaio, preceduto da una bellissima fioritura di crochi, che
abbiamo superato con un traverso. Da qui la lunga salita sul crestone
SUD ci ha portati in vetta alla TAMBURA (intorno alle 12). A Nord
la neve era ancora sufficiente per una salita con gli sci, come
ha fatto un tizio proveniente dalla cava. Pranzo e sosta fino
alle 12 e 45. Buon panorama sull'Appennino TOSCO EMILIANO, dall'ORSARO
alla NUDA, SUCCISO, CUSNA, PRADO, CIMONE, GIOVO. Bene il PIZZO
D'UCCELLO, SAGRO, PISANINO, GRONDILICE, CONTRARIO, CAVALLO, SELLA,
FIOCCA, SUMBRA, ALTISSIMO, PANIE, CORCHIA. In mare GORGONA e PALMARIA.
Alle 13 e 45 eravamo nuovamente al RIFUGIO CONTI dove abbiamo
fatto un'altra sosta per ripartire alle 14 e 30 lungo la via VANDELLI
presa quasi di corsa. Interessante questo tracciato, realizzato
nel 1700 per collegare la Garfagnana con la Versilia, che prende
il nome dall'ing. Vandelli che l'aveva disegnata, e si snoda con
ampie curve sostenute da muri a secco lungo la montagna. Il progetto
originario prevedeva il transito delle carrozze e pare che l'impossibilità
per le stesse di affrontare il percorso sia stata la causa del
suicidio dell'ing. Vandelli. Discesa a rompicollo e arrivo a RESCETO
alle 16. |
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Il
gruppo fotografato sulla piazzuola del rifugio Conti |
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Il
rifugio Conti fotografato prima di arrivare al passo della Tambura |
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Il
monte Tambura |
Stupenda
fioritura di crochi vicino al nevaio subito oltre il passo della
Tambura |
Dalla
Tambura verso l'Appennino Tosco Emiliano. La cava disegna figure
geometriche sulla montagna. Oltre la cava si intravede il lago
Vagli e all'orizzonte il monte Cimone. |
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M.
CROCIGLIA - CIAPA LISCIA - RONCALLA - GROPPO ROSSO da Rocca d'Aveto
1
giugno 2006 - Gianni, Franca, Paolo, Renato, Mino, Gianluigi
Il
tempo è sempre più imprevedibile: gran freddo e
neve sulle cime più alte dell'AVETO. Cielo abbastanza pulito,
ma vento e temperatura rigida come a marzo. Così ce la
siamo presa comoda e solo alle 9 siamo partiti da ROCCA D'AVETO.
Scesi a RONCOLUNGO abbiamo imboccato il sentiero che sale al GROPPO
ROSSO, abbandonandolo poi per deviare a sinistra verso la località
TRIBOLATA: suggestiva conca cosparsa di enormi massi alla base
della ripida parete della CIAPA LISCIA. Proseguendo in direzione
Nord Est abbiamo attraversato boschi e radure fino alla verdissima
e tondeggiante prateria culminante con la cima del M. CROCIGLIA,
raggiunta alle 12. Breve sosta ai piedi della statua dell'Angelo
che ricorda i caduti della montagna, con sole e vento freddo.
Tornati sui nostri passi abbiamo poi deviato a sinistra verso
la dorsale CIAPA LISCIA - RONCALLA e dopo una ripida salita nel
bosco abbiamo trovato una radura riparata dal vento gelido e ci
siamo fermati per il pranzo. Erano le 12,40. Alle 14 siamo ripartiti
per salire in cima alla CIAPA LISCIA e sulla RONCALLA da dove
abbiamo ammirato il bel panorama sulle cime dell'AVETO con i residui
nevai su PENNA e AIONA. In lontananza c'era foschia. Quindi siamo
scesi al RIF. ASTASS dove ci siamo concessi un'altra breve sosta.
La nostra tranquilla camminata è poi ripresa avendo di
fronte l'imponente bastionata del MAGGIORASCA ed è terminata
alle 16 a ROCCA D'AVETO. |
S.
Stefano d'Aveto dal Groppo Rosso |
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La
Tribolata: grandi massi ai piedi della ripida parete della Ciapa
Liscia |
La
statua dell'Angelo, in vetta al monte Crociglia, per ricordare
i caduti della montagna |
Sulla
via del ritorno, sul Groppo Rosso |
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CIMA
DELLE SALINE - CIMA PIAN BALLAUR da Carnino Inferiore
8
giugno 2006 - Gianni, Franca, Paolo, Mino, Renato, Giovanni
Siamo
tornati nell'Alta Val Tanaro in una giornata così così.
Temevamo un peggioramento e invece il tempo ha tenuto: solo un
pò di nebbia alternata a schiarite che hanno permesso una
visibilità discreta. La temperatura era fresca. Siamo partiti
da CARNINO INFERIORE alle 8 e con una veloce salita abbiamo raggiunto
prima delle 10 il COLLE DELLE SALINE. La neve era scarsa, solo
piccoli nevai isolati. Sia le marmotte che i camosci si sono fatti
vedere numerosi. Abbiamo poi attaccato il ripido pendio Est e
alle 11 anche gli ultimi erano in vetta ai piedi della Croce.
Brevissima sosta per le foto e poi giù verso PIAN BALLAUR
dove, attraversati i residui piccoli nevai, abbiamo affrontato
l'ultima salita che ci ha portato sulla CIMA DI PIAN BALLAUR.
Qui avremmo voluto fermarci a mangiare ma il tempo incerto con
nuvoloni e nebbia ci ha suggerito di scendere verso il COLLE DEL
PAS dove, poco sopra al passo su roccette riparate dal vento,
ci siamo fermati. Discreta visuale su SACCARELLO - MISSUN - BERTRAND,
il MARGUAREIS invece era avvolto dalla nebbia. Alle 13 abbiamo
ripreso la discesa verso il COLLE DEL PAS, nel vallone solo in
minima parte coperto di neve, e poi lungo il sentiero sino a PIAGGIABELLA.
Numerosi sono gli inghiottitoi e i sassi sparsi sulle praterie.
Al PASSO DELLE MASTRELLE, sovrastato dal caratteristico masso
erratico, abbiamo fatto sosta per la merenda, poi, con veloce
e ripida discesa, siamo arrivati all'incrocio con il sentiero
proveniente dal RIFUGIO BARBERA. Con un'ultima sgroppata, attraversato
l'antico nucleo abitato di CARNINO SUPERIORE, siamo tornati dalle
auto a CARNINO INFERIORE. |
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Nella
nebbia verso il Colle delle Saline |
La
vetta di Cima delle Saline |
In
discesa verso Pian Ballaur. Di fronte la cima di Pian Ballaur |
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In
discesa verso il Colle del Pas. Ci sovrastano le ripide pareti
del massiccio del Marguareis. |
Il
rifugio Saracco Volante |
La
piccola cascata presso l'abitato di Carnino Superiore |
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ROCCA
LA MEJA dal Colle di Valcavera
21
settembre 2006 - Bruno, Gianni, Franca,
Paolo, Dino Giorgio, Renato, Mino
Questa
volta è stata scelta una vetta di prestigio, gita nuova
per noi in una zona poco conosciuta. Da DEMONTE abbiamo seguito
la strada asfaltata che si inoltra nel VALLONE DELL'ARMA fino
a raggiungere, dopo ben 23 km, il COLLE DI VALCAVERA, dove abbiamo
iniziato l'escursione alle 9,15. Tempo discreto, anche se il
cielo era coperto da leggera nuvolaglia e il sole ha faticato
a farsi strada: poco dopo il colle una provvidenziale schiarita
ci ha comunque permesso di ammirare la mole elegante e slanciata
di ROCCA LA MEJA. Scesi velocemente nei prati sottostanti la
parete SUD abbiamo percorso il sentiero che costeggia tutta
la parete e qui abbiamo lasciato Paolo, che non stava bene,
e Dino che si è fermato con lui. Al termine del sentiero
abbiamo iniziato a risalire la lunga cengia che taglia in diagonale,
da sinistra a destra, la parete SUD e che, dopo un primo tratto
esposto, abbiamo percorso agevolmente fino al colletto posto
alla base del canalino che porta poco sotto la cima. Nel canalino
l'arrampicata è stata facile e sicura non essendoci esposizione:
solo Bruno si è voluto cimentare sulle pareti che lo
costeggiano, come si vede dalla foto. Ancora qualche passaggio
e alle 11,50 siamo sbucati in vetta dalla CROCE. Dopo una breve
sosta alle 12,10 abbiamo iniziato la discesa che non ha presentato
particolari difficoltà e alle 13 gli ultimi di noi hanno
raggiunto i prati, dove Paolo, ormai ripresosi perfettamente,
e Dino ci aspettavano, e lì abbiamo fatto sosta fino
alle 14,30. Un'ultima tranquilla camminata fino alle 15,45 per
raggiungere le auto. Una gran bella montagna.
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Bruno
si diverte ad arrampicare sulla parete laterale del canalino che
porta alla vetta |
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Continuiamo
a salire tra gli sfasciumi. Siamo ormai in prossimità della
vetta. |
La
sagoma slanciata di Rocca la Meja. In giallo è evidenziato
il percorso di salita. |
Eccoci
in vetta, fotografati da Bruno. Mancano Paolo e Dino che si sono
fermati. |
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